di padri, di madri forse,
di fratelli e di sorelle comunque,
e il nobile sudore su lassi corpi
con l'attesa d'una vittoria in core.
Poi rumore di morte e fumo
e volo d'arti spezzati,
ricordo d'abbracci appena accennati
e, unica visione, uno stendardo;
non di strisce e di stelle,
ma rossa del sangue di nuova strage.
E la mente si fa ancora pellegrina.
E vede quando uccelli d'acciaio fecer rapina.
No, non più grida! Non più lutti!
Non più guerra e odio, ma sia "pace"
il motto dei cuori e delle labbra il soffio.
E giustizia non sia morte,
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