siti web

lunedì 15 luglio 2013

Un'inconsueta pandemia: l'«Inferno» di Dan Brown. / 1^ parte.



I luoghi più caldi dell’Inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali.


Robert Langdon, l’esperto di simbologia di Harvard, che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti best seller di Dan Brown, si ritrova in un ospedale fiorentino, vittima di un proiettile che gli ha sforacchiato di striscio la nuca, provocandogli una complicata amnesia. Secondo i medici, il dottor Marconi, che troverà la morte in un nuovo tentativo di omicidio, e la dottoressa inglese Sienna Brooks, tirocinante nel nosocomio italiano, che accompagnerà Langdon nelle rocambolesche fughe tra palazzi, musei e visite ad opere d’arte nella città medicea, qualcuno vuole uccidere il professore americano perché depositario di un segreto o a causa dei risultati di una ricerca. Sienna, dunque, si porrà come una guida dello smemorato Langdon allorquando lo stesso paziente, alloggiato nella sua casa per cambiarsi d’abito e rimettersi in sesto, si scoprirà avere addosso, cucito nella fodera della sua giacca di Tweed, un miniproiettore digitale che manda l’immagine della famosa Mappa dell’Inferno dantesco dipinta da Sandro Botticelli (1445-1510) riprodotta con alcune importanti infedeltà nella rappresentazione dei gironi e delle pene relative.
La risoluzione di un anagramma rettamente interpretato e la scoperta da parte di Sienna che il suo “beniamino” sarebbe nel mirino dello stesso governo statunitense che, attraverso il suo Consolato in Italia, dovrebbe invece proteggerlo e aiutarlo, danno inizio ad una “visita a marce forzate” nella Firenze storica alla ricerca di alcuni oggetti (nell’ordine: un dipinto di Giorgio Vasari – la
Battaglia di Marciano nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, una banale copia della Commedia e
la maschera funeraria di Dante Alighieri, anch’essa conservata a Palazzo Vecchio) e nel tentativo di fuggire i sicari del governo degli USA.

Ma le cose stanno veramente così? Quale interesse avrebbe la giovane e bella dottoressa inglese ad aiutare il professor Langdon? Perché nella mente del professore si accavallano strane immagini infernali e corpi ammassati in un lago di sangue? E chi è quella donna dai capelli argentei che, nelle visioni, gli chiede aiuto e che, nella realtà, scorgerà, visibilmente drogata, nel furgone dei suoi inseguitori? E che significato ha
la maschera a becco di uccello rapace usata dai medici del Rinascimento con gli ammalati di peste nera?

In realtà, a Venezia, dove alcuni versi scritti sulla maschera di Dante avranno spinto i nostri, molti nodi verranno al pettine e i lettori saranno messi al corrente di particolari, che, a dire il vero, già si intuivano da svariate pagine. La frase apposta all’inizio di questo intervento è riportata in epigrafe al libro e costituisce il leitmotiv del romanzo. Nell’opera la frase rappresenta la dedica scritta da un misterioso personaggio su una copia dell’Inferno regalata ad un tale che si fa chiamare il Rettore e che dirige da un panfilo travestito da nave militare (o una nave militare travestita da panfilo?) un fantomatico Consortium che si occupa, senza chiederne il fine, di manipolare la realtà.
Nella stessa città lagunare, il professore di Harvard, mentre con Sienna risale, attraverso un tombino, dai sotterranei della Basilica di S. Marco, viene tramortito e fatto prigioniero dai suoi inseguitori, mentre la ragazza riesce a fuggire, borbottando al suo “compagno” ambigue parole di scusa.
Quando ritorna in sé, Elizabeth Sinskey, la donna dai capelli argentei, che si presenta come direttrice dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo mette al corrente della realtà, facendogli capire che non è tutto come sembra e che dovrà imparare a non fidarsi troppo di chi gli sta vicino. Il problema al quale l’OMS dovrà far fronte è quello di evitare una terribile pandemia atta a decimare la popolazione per poterne migliorare le condizioni di vita, evitando la fine delle risorse planetarie e la conseguente inevitabile estinzione del genere umano.
Il fantomatico Rettore, per la prima volta in vita sua, ha rotto il contratto stipulato con Bertrand Zobrist, genio miliardario dell’ingegneria genetica e rappresentante di punta della filosofia transumanista, e, dopo aver visionato un orrido filmato che avrebbe dovuto mettere in rete, senza visionarlo, il giorno successivo e grazie anche al suicidio del committente (gettatosi dalla torre di Palazzo Vecchio), si mette a collaborare con l’OMS (fino ad un certo punto, però!).
Langdon viene, dunque, a sapere che gli attentati, di cui sarebbe stato fatto vittima, sono state finzioni create dal Consortium e che, in realtà, è stato chiamato a Firenze proprio dalla Sinskey per trovare una famigerata sacca nascosta nella pozza di una cripta (una “laguna che non riflette stelle” e un “imo palagio”), che scioltasi, dovrebbe liberare un pericoloso virus. Viene a conoscenza, altresì, che Sienna Brooks è stata l’amante di Zobrist e anche lei ha aderito al Transumanesimo e, continuando ad interpretare i versi incisi sulla maschera di Dante, intuisce che deve dirigersi a Istanbul, nell’antica
Basilica – poi moschea – di Santa Sofia (ora museo, il “dorato mouseion di divina sapienza” del romanzo). La meta finale, dunque, non è Venezia ma la città turca. I precedenti calcoli erano tutti errati. Sienna si è preso gioco di lui o il suo cervello comincia a far acqua? Comunque sia, il lettore assiste ad un finale fantascientifico e ad un colpo di scena in verità poco credibile. I nostri eroi arrivano tardi. Dopo varie vicissitudini ed inseguimenti nell’antico edificio di culto, in cui ricompare (in versione Eva Kant, con tuta nera) Sienna, Langdon e Brüder (il capo della squadra di contenimento che isola, all’ordine dell’OMS, i luoghi infetti) constatano che la sacca contenente il virus si è rotta (cioè credono che l’abbia rotta Sienna, poiché i tempi in cui si sarebbe dovuta disciogliere non coincidono; la lapide con la data del giorno successivo e l’epigrafe IN QUESTO LUOGO, IN QUESTA DATA, / IL MONDO È STATO CAMBIATO PER SEMPRE parla chiaro). I due e la Sinskey, che si sono esposti alla zona contagiata, temono di essersi infettati e, quindi, poiché sono convinti che il virus creato da Zobrist sia quello della peste nera, si aspettano ormai solo di dover morire. Il problema grosso, però, è che, secondo un collaboratore di Brüder rimasto in America, grazie ai turisti e agli spettatori di un concerto tenuto nell’area, provenienti da varie nazioni, la pandemia è già in atto.
È a questo punto che i lettori assistono ad un colpo di scena. Langdon, che si è lanciato all’inseguimento di Sienna, riesce a raggiungerla e a farsi dare ragguagli su ciò che è avvenuto. La giovane dottoressa, in un certo senso, tranquillizza Langdon: la pandemia in atto non è di peste nera, ma di infertilità. Il suo ex amante non aveva sintetizzato un virus di peste, ma propriamente quello che si chiama un vettore virale che renderà sterile un terzo della popolazione mondiale per trasmissione umana. Il sogno transumanista di Zobrist, quindi, si avvererà e si avvererà non con la morte a breve giro di miliardi di persone, ma con una più lenta “estinzione” di una parte della popolazione mondiale. Lei, in un primo tempo aveva aderito al progetto; in un secondo tempo, però, aveva capito di trovarsi di fronte un pazzo megalomane e si era data da fare per cercare e neutralizzare il vettore senza, tuttavia, coinvolgere né l’OMS, che in realtà non avrebbe mai davvero preso a cuore il problema della sovrappopolazione mondiale, né i governi, per la sua convinzione secondo cui ogni grande invenzione nelle mani sbagliate è sempre diventata un’arma.
Langdon e la Sinskey, credendo al pentimento della ragazza, cercheranno di convincerla ad intervenire alla sede centrale dell’OMS a Ginevra per fornire informazioni atte a neutralizzare il virus e a trovare un antidoto per le persone colpite. In realtà, fa specie vedere, considerando l’ultima parte dell’ultimo capitolo del libro, che la ragazza a Ginevra non illustrerà affatto i possibili rimedi alla pandemia, ma parlerà dei vantaggi dello sfoltimento della popolazione.
Da che parte sta veramente Sienna Brooks? E Dan Brown?

Nessun commento:

Cerca nel blog