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sabato 28 giugno 2008

Chi ha ucciso Babbo Natale? (3)

Il mattino dopo, la donna preparò, in silenzio, la colazione. Mentre "Babbo Natale" sorseggiava il suo caffè e leggeva il giornale, Rosina gli mise sul tavolo i cinquemila, che il vecchio le aveva prestato.

- Hai fatto presto a restituirli! - esclamò.

- Ho avuto un'occasione!

Il vecchio tacque e si chiuse nei suoi pensieri.

- Non dici niente? - gli domandò Rosina.

"Babbo Natale" sollevò lo sguardo dal giornale e, toltosi gli occhiali da presbite, esclamò:

- Che cosa dovrei dirti? Brava!

- Immagino che ti faccia tante domande…

- Rosina, io so tutto!

- Che cosa? - domandò la donna arrossendo.

- Ho letto il ritaglio, che hai nella borsa e…

- Allora, sai di Claudio!

- Sì, anche di Claudio e della sua banda!

Rosina trasse un sospiro.

- So che non puoi approvarmi! - soggiunse. - Adesso, però, non posso tirarmi più indietro e, poi… (piangeva), io amo Claudio!

Il vecchio si alzò e, posatale una mano sulla spalla, cercò di confortarla:

- Se vuoi, possiamo recarci in questura.

- Intendi denunciarli?

- È l'unica via per uscirne!

- Io ho paura!

Qualche sera dopo, Rosina era nuovamente fuori casa e il vecchio rientrava da una passeggiata. Era una serata di luna piena e una magica luce illuminava il giardino. "Babbo Natale" prese la chiave e la inserì nella toppa. In quel momento, udì il fruscio di un ramo mosso.

- Rosina, sei tu? - chiamò.

Nessuna risposta.

Aprì la porta ed entrò. Accese la luce nell'ingresso e si tolse la giacca e il cappello. Udì dei passi nel giardino. Erano passi lenti e cadenzati, ma leggeri. Non erano i passi di Rosina, che erano, al contrario, veloci e pesanti. Uscì, quindi, ancora una volta in giardino.

- Chi è? - domandò.

Improvvisamente, gli si parò davanti un giovane sui trent'anni, alto e robusto, con il viso coperto da una folta barba bruna e dagli occhiali da sole. Indossava un completo di jeans azzurro chiaro e aveva alle mani guanti di pelle.

- È lei il signor Natale Guida, detto "Babbo Natale"? - domandò.

Voleva essere sicuro di non sbagliare.

Il vecchio sorrise.

- Mi chiamano, effettivamente, così! - rispose.

Il visitatore estrasse una pistola e sparò. Esplose un solo colpo; il vecchio non riuscì neanche ad emettere un grido di dolore. L'assassino l'aveva colpito direttamente al cuore, spaccandoglielo.

Era morto solo così come era vissuto.

L'omicida si avvicinò a quel corpo esanime e, per assicurarsi che fosse senza vita o, forse, per disprezzo, gli sparò un secondo colpo, bucandogli la fronte. Si rimise, quindi, la pistola in tasca ed entrò in casa. Frugò un po' qua e là e, trovata la borsa di Rosina con i cinquemila euro, raccolse dal tavolo le altre banconote, quelle che la ragazza aveva restituito al suo benefattore, le infilò nella borsa e fuggì. Perse, però, il ritaglio di giornale, che, giorni prima, il vecchio aveva scoperto, e una banconota da cento.



- II -

- Hanno ammazzato "Babbo Natale"! - annunciò l'agente De Simone, al telefono, al commissario Loiacono.

Erano le tre del mattino e Gregorio Loiacono, commissario capo della Squadra Mobile di Bari era in casa, a letto, ed era stato appena svegliato dallo squillo dell'apparecchio telefonico. Fatto un grosso sbadiglio, disse:

- De Simone, ma siamo ammattiti? Mi chiami alle tre del mattino per dire una sciocchezza simile?

Stava per dire "stronzata", ma si trattenne, perché il suo linguaggio non era scurrile.

- Mi scusi, signor commissario! Non è uno scherzo. "Babbo Natale" è il soprannome di un vecchio, che conosco, e…

- Ho capito! Vengo subito! Dove ti trovo?

- In una villa alla periferia! Via G. Amendola, 6.

Quando il funzionario arrivò sul posto, c'erano già delle volanti e un'ambulanza. La sua Fiat Bravo privata si fermò sul vialetto che portava verso la villa.

- De Simone, come si chiama il morto? - domandò all'agente.

- Natale Guida, signor commissario!

- Chi ha scoperto il cadavere?

- Io! - rispose Rosina in lacrime.

- E lei chi è? - le domandò il commissario, mentre si accendeva la prima sigaretta della giornata.

- Mi chiamo Rosa Rinaldi. Abitavo con il poveretto!

- Convivente? - s'informò Gregorio.

- No! Natale era, per me, come un padre. Mi aveva assunto
come colf, anni fa, ma, dopo la morte della moglie, ha voluto che mi trasferissi da lui.

- Ha famiglia!

- Mi è rimasta una cugina di mio padre. Si chiama Chiara Rinaldi, ma, in pratica, era come se avessi avuto solo lui.

- E il morto?

- Ha un figlio a Milano. È industriale dei tessuti.

- Ci pensa lei ad avvisarlo?

La donna tentennò. Spiegò, poi, che desiderava non farlo, poiché tra lei e il giovane Guida non correva buon sangue: quell'uomo l'avrebbe senz'altro accusata di aver compiuto il delitto per interesse. Avrebbe preferito che se ne interessasse la Polizia.

- Perché dice questo? - le domandò il commissario.

- Beh, è facile pensarlo! Natale aveva disposto che, dopo la sua morte, questa casa sarebbe stata mia.

Il commissario fece un cenno per significare che il ragionamento non faceva una grinza.

- E perché non di suo figlio? - riprese.

- Non lo so! Forse perché il figlio si faceva vedere, qui a Bari, solo a Natale e a Pasqua e suo padre era molto contrariato da questo atteggiamento.

- Capisco! - esclamò il commissario. - Una ripicca!

- Chiamatela pure così!

- Potrei vedere il cadavere?

- Certo! - assentì De Simone. - Abbiamo lasciato tutto come abbiamo trovato!

Gregorio sollevò il lenzuolo, con cui era stato coperto il corpo del vecchio, ma lo riabbassò quasi subito, impressionato dal sangue.

- Com'è stato ucciso?

- Abbiamo trovato due bossoli di una Beretta calibro nove! - rispose il medico legale.

- Uno dei proiettili, quello che ha provocato la morte, gli ha spaccato il cuore.

L'altro, quello sparato alla fronte, è stato esploso dopo la morte, avvenuta istantaneamente.

- Verso che ora può essere avvenuto il decesso?

- Non più tardi di mezzanotte! - rispose il medico.

- La vittima conosceva il suo assassino?

- Il colpo è stato esploso da una distanza molto ravvicinata, non più di un metro, e l'uomo è morto subito. Credo che non sia facile rispondere alla sua domanda!

- Già! - fece Gregorio.

Quando i barellieri ebbero portato via il corpo, il commissario entrò in casa. Si guardò attorno, poi, rivolto a Rosina:

- Gran bella casa! - esclamò.

- Già! - annuì la donna.

- E, adesso, è sua!

Questa volta, Rosina non rispose, ma dalla sua espressione il commissario dedusse che le sue parole dovevano aver sortito il loro effetto.

- Signorina, - disse con apparente indifferenza, - lei ha esaminato la casa, prima di avvertirci?

- No! - rispose la donna. - Ero sconvolta e in preda al panico.

- Non può dire, quindi, se l'assassino abbia sparato perché scoperto a rubare?

- Non saprei dirlo subito! - tagliò corto la donna.

- Ok, signorina! - concluse Gregorio, salendo a bordo dell'auto. - Se le venisse in mente qualche particolare o si accorgesse della mancanza di qualcosa, venga in questura e chieda del commissario Loiacono o dell'agente De Simone.

- D'accordo!

- Arrivederci!

Loiacono, esaminando il cadavere, aveva visto e raccolto la banconota da cento, che l'assassino aveva perduto. Avrebbe fatto rilevare le impronte digitali. Il suo sospetto era che qualcuno avesse trafugato una somma di denaro e il vecchio avesse cercato di fermarlo. Qualcosa, tuttavia, non quadrava: la posizione del cadavere. Il fatto, che si trovasse disteso supino davanti alla porta, indicava che il vecchio era stato sparato nel momento in cui aveva aperto la porta. L'assassino, quindi, non doveva averlo sorpreso né essere stato sorpreso da lui. Ergo, l'omicidio non era stato commesso da un ladro colto sul fatto. No, la cosa non era andata così! La persona che aveva ucciso il Guida era andata lì per compiere il delitto, non per altro motivo. Impensieriva Loiacono, inoltre, anche la presenza della banconota, che aveva raccolto da terra. L'aveva il morto? Gli era scivolata dalla tasca mentre cadeva? Impossibile! Egli l'aveva trovata ad un metro di distanza dal cadavere e quella notte non c'era stato un alito di vento, che avrebbe potuto spostarla. Era plausibile l'ipotesi che il vecchio l'aveva in mano e volesse darla a qualche questuante? Dopo tutto, il morto era chiamato "Babbo Natale" anche per la sua generosità. In questo caso, sarebbe stato ipotizzabile che l'assassino fosse stato un disperato, magari un extracomunitario, uno zingaro?

E perché non si era portato con sé quel denaro? Era una buona sommetta! No, il denaro era in casa ed era stato preso dopo l'assassinio del vecchio. Un altro particolare che lasciava perplesso il commissario era l'atteggiamento della signorina Rinaldi. Sapeva che il vecchio aveva del denaro in casa? Dato che all'interno la casa era tutta in bell'ordine, il poliziotto ipotizzò che, se era stato commesso un furto, il denaro doveva trovarsi sul tavolo o in qualche altro posto, in cui il ladro avrebbe potuto prenderlo senza rovistare intorno. Era stata, forse, la stessa Rinaldi a commettere l'omicidio? Ella conosceva la vittima e le sue abitudini e, quindi, era la sola che avrebbe potuto rubare il denaro senza mettere a soqquadro la casa… Già, la casa! Quella villa era un buon movente, anche se, nel caso che la donna avesse ucciso per l'eredità, non era comprensibile il perché del gesto, dato che quell'abitazione sarebbe stata comunque sua… a meno che il vecchio non avesse mutato parere! Le analisi delle impronte digitali sulla banconota avrebbero fornito qualche indizio, ma il commissario era dell'avviso che, in seguito, non sarebbe stato inutile un sopralluogo in casa della vittima all'insaputa della signorina Rinaldi.

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