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martedì 11 luglio 2017

L'Europa, l'immigrazione e noi / 1^ parte



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Riguardo a ciò che Renzi sta sbandierando sui migranti, a me, francamente, sembra che qualcosa, a livello planetario, sia saltato e che, se qualcuno ha cominciato a “cantare”, significa che in alto loco c’è stato chi ha dato il “Contrordine, compagni!”. Proprio la Bonino, infatti, non molto tempo fa (forse quando si parlava dell’indagine di Zuccaro) a qualche talk show (non ricordo bene quale, ma, con buona probabilità, “Piazzapulita” di La7), continuava a parlare di necessità di salvare, accogliere, che era gente che scappava dalle guerre ecc. ecc. In quanto a Bill Gates (che, fra l'altro, non l'ha sempre pensata come ha rivelato a Die Welt [leggi, ad es., qui]), secondo me, la situazione sta in modo diverso. La fondazione, che ha messo su, dimettendosi dalla dirigenza della Microsoft e che porta il nome suo e della moglie Melinda, si occupa di filantropia (ometto, in questa sede, di illustrare con quali sistemi, perché il discorso si allungherebbe non di poco, ma è probabile che sul personaggio ci ritorni) proprio nel Continente Nero e, quindi, credo si possa capire come abbia poco interesse a “spopolare” l’Africa. E veniamo al nostro Paese. Qualche mese fa, Gentiloni ha ricevuto il magnate americano di origini ungheresi George Soros, in pratica uno dei più grossi finanziatori del Partito Democratico USA e, quindi, dei Clinton e di Obama e patron di alcune di quelle fondazioni e ONG (anche attraverso società di comodo e prestanomi) che “salvano vite” arrivando a toccare le acque territoriali libiche, un losco figuro che, fra l’altro, negli anni 90, con speculazioni finanziarie di alto livello, mandò a gambe all’aria diverse economie nazionali, fra cui quella britannica e quella italiana, e che si meritò varie condanne in contumacia (fra cui anche una capitale in un Paese dell’Estremo Oriente). E, cosa per chi scrive non di poco conto, avversario di Gates.  Si può, dunque, capire che, se si accoglie a Palazzo Chigi, quasi con tappeto rosso, un tipo che, invece, sarebbe da sbattere in galera, beh, un motivo c’è. E perché non parlare di Macron, che, in campagna elettorale, usava il suo favore al tema dell'accoglienza in chiave antilepenista, salvo, poi, fare marcia indietro e rispedire in Italia chi vuol passare il confine con il suo Paese. È chiaro, dunque, che, nel Belpaese, se si agisce diversamente, c'è da pensare che, forse, i governi di sinistra non legittimati dal voto popolare stavano – e stanno – dalla parte di chi vuol far diventare l’Italia prima, ed eventualmente, l’Europa poi, qualcosa di diverso, da ciò che è adesso, per razza, popoli, religione e cultura in generale.
Ma, all’inizio, dicevo di Renzi e della situazione planetaria. Il segretario del PD lo conosciamo abbastanza bene per dire che sa usare la lingua e che, in altri tempi, qualcuno è riuscito a convincere. Adesso, però, suppongo che la cosa stia in termini alquanto diversi. Molti motivi, fra cui l’ultima tornata di elezioni comunali e la chiusura dei confini praticamente lungo tutto l’arco alpino, hanno mostrato che il vento è cambiato e che Mary Poppins (il PD) presto dovrà ripartire. Due conti si fa presto a farli. E l’ex sindaco di Firenze deve aver pensato che, in fondo, anche “aiutarli a casa loro” non è così male e che anche la cooperazione internazionale può portare “piccioli” in cassa. Questo per quanto riguarda il piccolo di un governo locale e di un Paese come l’Italia. In realtà, però, non credo sarà così facile, perché, se i Burattinai la pensano in altro modo, cioè se i poteri forti dell’economia, delle lobbies e delle massonerie che sostengono il cosiddetto “Piano Kalergi”, e l’ONU (di entrambi questi argomenti ce ne occuperemo in uno dei prossimi post), che sotto sotto (ma non tanto, perché i piani sono pubblici e si possono leggere persino in Internet) caldeggia una sostituzione etnica in Europa, rimangono decisi a mandare avanti i loro nefandi disegni, credo che Renzi avrà ben poco da fare. A meno che, come detto all’inizio, non sia cambiato il vento ai piani alti e la sempre più accentuata tendenza delle nazioni europee alla chiusura dei confini ha vinto, costringendo i Manovratori a riorganizzarsi facendo leva sull’Africa e sull’Asia anziché sull’Europa. Solo così per l’Italia c’è una chance. Una domanda, però, sorge spontanea: dove sta la fregatura? Giacché “Piano Kalergi”, “Piano ONU”, l’INPS che annuncia che i migranti ci pagano le pensioni ecc. ecc. non arretreranno facilmente. È, dunque, da credere che, dopo un breve periodo di navigazione a pelo d’acqua, il sottomarino stia nuovamente immergendosi per studiare nuove strategie? E il nostro governo sta provvedendo a dare una mano ai succitati Manovratori per avere, domani, un qualche minimo vantaggio?
Ma, se il generale disegna - o sembra disegnare - una nuova strategia, perché lo Stato Maggiore e, persino, la truppa non ascolta gli ordini? Fuori di metafora: ieri sera, ancora su La7, trasmissione "In onda", mentre questo post veniva completato, Alessia Morani parlava dell'accoglienza ancora con la vecchia terminologia. Eh, sì, i pregiudizi sono duri a morire!

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